lunedì 7 gennaio 2013

CAPITOLO 6 -SURIMONO ED EGOYOMI GIAPPONESI




STRALCIO DI UNA TESI SU LIGUSTRO

Ligustro nelle tesi di laurea



CAPITOLO 6

SURIMONO ED EGOYOMI GIAPPONESI



6.1 I Surimono: definizione e significato

I Surimono e gli Egoyomi costituiscono le prime forme di stampe a fogli singoli, con cui intorno al 1764-65, si esprime la stampa nishiki-e. Come si è visto, l'Ukiyo-e fiorisce gradualmente in ogni sua disciplina, attraverso un gran numero di artisti, maestri nei propri generi, che mettono al servizio della nuova società e della cultura, le proprie conoscenze e abilità, singolarmente oppure, come accade per i surimono e gli egoyomi, attraverso una stretta collaborazione tra incisori, stampatori e disegnatori.

I surimono, o &ldquooggetti ottenuti per sfregamento', consistono in piccole xilografie policrome eseguite con la tecnica nishiki-e sulla preziosa carta hosho. Esse fanno parte di quelle manifestazioni estetiche strettamente legate all&rsquoartigianato, e al pari dei netzuke, degli inro e delle tsuba, hanno esercitato un forte fascino in occidente. Essi costituiscono uno dei contributi più importanti dell'arte giapponese, dove la tecnica della xilografia policroma trova il perfezionamento dei procedimenti di stampa fino a raggiungere la massima raffinatezza di ciascun dettaglio.

I surimono nascono come conseguenza allo sviluppo della moda di comporre Kyoka ("poesia folle"), un componimento lirico popolare dal contenuto umoristico in auge nel periodo Edo, che si configura come una parodia della Tanka classica, e alla formazione di gruppi letterari che prendendo spunto dalla vita di corte del periodo Heian (794-1185 d.C.), organizzano delle vere e proprie gare poetiche chiamate Kyoka Awase. Le associazioni letterariechiamate Ren o anche Gawa, sono composte da personalità appartenenti a varie estrazioni sociali e culturali: samurai, chonin (borghesia) e bunjin (letterati). Durante le loro gare, i partecipanti devono comporre delle poesie su un tema prestabilito, individuare un oggetto curioso oppure confrontare oggetti come ad esempio conchiglie e profumi. I risultati di queste competizioni vengono registrati e le poesie vincitrici collezionate. Inoltre, gli oggetti che hanno suscitato particolare interesse, vengono immortalati con disegni su carta.

L&rsquoaccostamento tra poesia e immagine dà origine a dei veri e propri album, i cosiddetti Kyokabon ("raccolte di Kyoka"). I primi surimono vengono così pubblicati per far conoscere le capacità poetiche degli artisti o stampati, su specifica commissione del circolo letterario, con una tiratura limitata di settanta copie. Poichè esse non possono essere assolutamente vendute, vengono spedite come cartoline augurali in occasione del Capodanno (in questo caso si tratta di Saitan Surimono) oppure per le principali festività e ricorrenze giapponesi (Gosekku). I surimono vengono inoltre stampati come inviti per celebrazioni personali o familiari come ad esempio la commemorazione di un defunto, un matrimonio, la nascita di un figlio o ancora un'esibizione canora e musicale e in occasione del cambiamento di nome di un artista, di un poeta o di un attore.

Esistono quindi diverse tipologie di surimono, nei quali gli elementi comuni sono costituiti dalla struttura, composta da un'immagine accompagnata da una o più poesie, e dalla tecnica nishiki-e, eseguita nel formato quadrato shikishiban (16x16 oppure 18x18cm). Solitamente viene inciso prima il testo poetico e successivamente stampato il disegno, facendo spesso uso, rispetto alle stampe ordinarie, delle tecniche più raffinate quali il karazuri, il kimekomi e il bokashi e dei materiali più costosi come oro, argento, mica e blu di prussia. Inoltre, rispetto alle stampe ordinarie, le tematiche trattate nei surimono risultano più fantasiose e più difficili da comprendere in quanto ispirate alla letteratura e alla mitologia e destinate ad un pubblico più colto.

Inoltre, i temi sono più liberi poiché non subiscono alcun tipo di controllo da parte della censura e gli unici sigilli apposti dagli stampatori su di essi, rappresentano il circolo letterario che li commissiona e i nomi degli artisti (poeti e disegnatori).

In riferimento alla struttura è importante precisare come spesso, in luogo di un Kyoka, i poeti si servano dell'Haiku, una breve poesia in tre versi e diciassette sillabe (schema 5-7-5), specifica della lirica popolare e classica del periodo Edo, che risente della già citata tanka.

La relazione tra componimento poetico e immagine è sempre stata oggetto di discussione e approfonditi studi da parte degli studiosi. Nei surimono infatti i testi delle poesie sono slegati dalle illustrazioni; spesso non aiutano a comprendere il disegno ma anzi si presentano come forvianti poiché espressi mediante una complicata simbologia fatta di sottili allusioni e doppi sensi, comprensibile a pochi eletti. Questa è la Kakekoto-ba, una similitudine dietro alla quale è celato il vero motivo per cui è stato realizzato il surimono e il suo messaggio.

L'ermetismo dei testi si esprime attraverso il mitate, un espediente simile ad una metafora, parole e versi che lasciano grande spazio all'immaginazione e all'associazione di idee, quando non stravolgono addirittura l'emozione trasmessa dal disegno. Il surimono di Hokusai intitolato "Giovane donna alla finestra" ne è un esempio (fig. 6.1). L'immagine della donna dal bellissimo volto che guarda dalla finestra a mezza luna e tormenta il colletto della sua veste, forse triste per un amore non corrisposto, è molto lirica, ma ponendo attenzione alla poesia, l'incanto si spezza:

Seppur ubriaco di sake,

distinguo il fiore di prugno

e, facendo il cenno con il dito

lo chiamo

"Il fiore" sta per la donna e dispiace che tanta raffinata bellezza sia fatta segno della volgarità del gesto adescatore di un ubriaco'5.
Fig. 6.1
Giovane donna alla finestra

Gakyojin Hokusai ga 1804 circa
Nishiki-e 18.3x23,9 cmIl surimono di Hiroshige del 1841, intitolato "Cinciallegra su un ramoscello di ciliegio fiorito" (fig. 6.2) così recita:

Sono fragranti i fiori dei ciliegi selvatici sul sentiero percorso

Questi versi nascondono un significato ben preciso e il motivo per cui il surimono è stato realizzato. Infatti:

6.3 I surimono e gli egoyomi di Ligustro

I surimono e gli egoyomi, costituiscono il primo genere di stampa preferito di Ligustro, quello attraverso il quale egli esprime la sua grande creatività e che riprende tecnicamente dalla tradizione giapponese, ma reinterpreta secondo una concezione occidentale e comunque in base alle sue esigenze.

I surimono giapponesi, come si è visto nel paragrafo precedente, venivano realizzati come inviti per particolari occasioni e cerimonie e spesso il loro significato, dato che i temi nascevano dalla poesia e dalla letteratura classica, era nascosto all&rsquointerno dei mitate e dei giochi di parole. Ligustro invece, come si vedrà, usa il mitate in modo molto più semplificato, e le sue poesie haiku diventano una didascalia al disegno, che rende l&rsquoopera più comprensibile, pur conservando "La densità radiante dei sogni su un fondo ricco e compatto, senza sbavature. L'haiku rappresenta una soluzione stilistica originale: di fronte alla natura l'emozione si cristallizza, l'attimo di vita diventa verso, tratto, carattere, nella pienezza e sfericità del significato. Non frammento o tessera di un mosaico, ma totalità significante e nello stesso tempo fuggente, con il fascino dell'impermanenza. Un haiku è compreso solo dal lettore che è emotivamente disposto ad accoglierlo. Così un'incisione di Ligustro, che nel suo procedere ha dovuto affrontare un arduo lavoro di traduzione. Il risultato è splendido, anche grazie alla bellezza estetica della calligrafia. Le stampe andrebbero guardate a lungo, per coglierne l'infinita miriade di particolari; gli haiku andrebbero letti con lentezza per assaporarne echi e allusioni e dare spazio al silenzio, che ne costituisce la molecola fondamentale.

Laddove in Giappone il mitate costituisce un puzzle, un indovinello, Ligustro rende invece esplicito il suo messaggio e il surimono diventa quasi un fumetto; egli disegna tutti gli elementi chiave e spiega il significato corrispondente nella poesia.

Il suo surimono, al lato pratico, si presenta sotto forma di trittico, dove l&rsquoimmagine al centro è affiancata a destra dalla poesia scritta in ideogrammi giapponesi e a sinistra dalla traduzione in Italiano. Quest'ultima è sempre stampata su un intervento grafico di fondo e "questo canone estetico", mi spiega Ligustro, "l'ho preso a prestito dalle scritture dei Sutra giapponesi (libri sacri del Buddismo), nelle quali, i testi venivano scritti da instancabili amanuensi, sulle pagine preziosamente decorate e illustrate a mano" (fig. 6.7). Questo accorgimento viene usato da Ligustro per abbellire, impreziosire e dare maggiore forza pittorica al surimono stesso.

Analogamente a quelli originali, i suoi surimono, come si vedrà in seguito, hanno una funzione di invito, solitamente per manifestazioni ed eventi che riguardano la sua attività artistica come ad esempio inaugurazioni di mostre personali, corsi di formazione teorica e pratica sulla xilografia nishiki-e piuttosto che costituzione di circoli artistici e associazioni culturali di cui egli si fa promotore, e ancora conferenze e dibattiti sull&rsquoarte giapponese e sulla xilografia.

Riguardo agli egoyomi, mentre quelli giapponesi costituiscono, come si è visto, uno strumento pratico e tecnico importante, oltre che un oggetto artistico di raro valore e bellezza, quelli di Ligustro rispondono ad esigenze completamente diverse. Egli così sintetizza: "Ovviamente io non ho bisogno di specificare l'inizio di un anno, per cui le mie stampe hanno una funzione augurale e nascono semplicemente per piacere e per divertimento, spesso ispirate dalle formule poetiche originali, opportunamente adattate alle tematiche specifiche, oppure sotto forma di componimenti personali secondo la metrica waka (trentuno sillabe) o haiku (tre versi e quindici sillabe)". Gli egoyomi di Ligustro quindi, sono stampe augurali in cui vengono espressi, mediante pensieri o poesie, gli auguri per l'anno nuovo o semplicemente fanno riferimento ai singoli mesi, con l'indicazione dell'anno a cui appartengono (per esempio il mese di Gennaio nell'anno della Pecora).

La dimensione dei surimono e degli egoyomi di Ligustro, trova sicuramente una più facile comprensione nella serie di immagini di seguito riportate, un prezioso esempio della sue abilità creative, tecniche e grafiche, seppur costituiscano un limitato contributo, in termini di quantità, della vastissima serie di opere di questo specifico genere (più di duecento stampe tra surimono ed egoyomi).

Si tratta di uno dei tanti surimono in trittico a cui si accennava precedentemente, dove appare chiaramente a destra l'haiku in ideogrammi giapponesi (Ligustro, oltre ai cliché dei colori e del disegno, incide personalmente su legno anche le matrici dei caratteri), corredato dall'immagine delicata di una geisha. A sinistra troviamo invece la traduzione in Italiano della breve poesia, stampata su un motivo floreale di fondo, inventato e inciso su legno dall'artista stesso.

Il pensiero così recita: &ldquoGioia degli incontri, i colori già vedo dell"Autunno".

Il breve versetto illustra chiaramente l'immagine al centro, dove i grappoli d'uva e le foglie gialle e rosse richiamano il tema cromatico specifico dell'Autunno. Ligustro esprime la sua gioia per quell'incontro (Gioia degli incontri ) con alcuni personaggi dell'ambiente artistico e culturale, evento che non a caso avviene il 3 di Settembre, alle porte dell'Autunno (i colori già vedo dell'rsquoAutunno). Aldilà del puro e specifico riferimento cronologico, i colori dell'autunno rappresentano per Ligustro, la consapevolezza della propria età avanzata e il premio ricevuto potrebbe sembrare quasi un riconoscimento alla carriera. In realtà egli non considera assolutamente l'evento come un traguardo finale, bensì come l'ennesima tappa intermedia, il trampolino di lancio, l'origine di nuovi stimoli e fonte di linfa creativa da cui attingere per creare sempre cose nuove.
Fig. 6.9
D'Inverno i kaki

Xilografia policroma a 28 colori, anno 1994

Tecnicheimpiegate: Nishiki-e, Urushi-e, Kirazuri, Karazuri, Bokashi, Sabi bori (per la calligrafia)

Legno: le incisioni per i contorni e per i clichées sono state eseguite su legno di pero di filo

Carta: Hodomura (110 gr. m/q)

Misura della stampa: Koban (22x17 cm)

Traduzione versi a cura di Jimbo Keiko Magnanini: "Pur nel gelido Inverno, ore liete nello

Studio"6.5 Ligustro e la critica

L'originalità dei soggetti, la brillantezza di certe campiture rese con polveri metalliche, di perla o di mica, i colori accesi, le sfumature delicate, unite ad una linea del disegno molto pulita, sottile e precisa, si uniscono in atmosfere che fortemente hanno cercato di richiamare e ancora richiamano l'attenzione verso una disciplina, la xilografia policroma giapponese, poco conosciuta e apprezzata. Certamente in Europa e in Italia infatti, la dimensione artistica è sempre stata poco avvezza a vedere stampe con matrici di legno da oltre cento colori. Queste opere non sono mai state concepite sul piano della semplice xilografia in generale, per cui è sempre stato difficile far cadere una certa diffidenza nell'interpretazione delle opere stesse. E' anche vero che sono pochi gli artisti, e non solo, che conoscono profondamente la stampa antica giapponese, per cui mancano dei punti di riferimento.

Ligustro, ha avuto il grande merito, con le sue opere, aldilà delle sue indubbie e straordinarie capacità di artista, di "zoommare", se è concesso il termine, su questa dimensione sconosciuta e lontana. Di questa focalizzazione ne è testimone lo scrittore Basilio Cadoni, il quale scrive all'artista dicendo:

"I suoi surimono mi dicono non soltanto come le sue realizzazioni implichino, in prima misura pazienza e passione, ma soprattutto mi inducono a riflettere sul senso degli infiniti mondi dell'arte. Mi inducono a riflettere, in particolare su una matrice di una antica, diversa, misteriosa civiltà e a confessare a me stesso quanto sia esile la mia cognizione della cultura dell'Estremo Oriente, della quale conosco qualche poeta. A me, e forse non soltanto a me, è certamente dato percepire la bellezza, la ricercatezza dei suoi surimono, ma non, con mio grande rammarico, il sub-stratum profondo, la segreta linfa concettuale-storico-filosofica che è il referente delle sue opere, e me ne dolgo.

Perché se fossi più cognito potrei maggiormente onorare la sua arte. Tuttavia la bellezza delle sue stampe mi affascina, perché, anche se difetto degli strumenti di riscontro, ne sento tutto il segreto, luminoso, suadente incanto'.7

Ben più conscio del valore e del significato profondo delle opere di Ligustro, è Jack Hillier, uno dei maggiori esperti al mondo di arte giapponese e a cui deve essere riconosciuto un ruolo di primo piano, nel cammino artistico del nostro artista nell'ambito della xilografia nishiki-e. Egli infatti fornisce a Ligustro, alla fine degli anni ottanta, attraverso un proficuo rapporto epistolare, di cui si riporteranno in seguito alcuni passaggi, validi strumenti di conoscenza della tradizione nishiki-e, con particolare riferimento ai surimono e agli egoyomi.

Pertanto si ritiene opportuno soffermarsi, nel prossimo paragrafo, sulla figura di questo uomo per capire chi è stato.6.6 La figura di Jack Hillier

Jack Hillier nasce nel 1912 a Fulham, a ovest di Londra, dove vive un'infanzia povera ma felice. Figlio di un portalettere, il suo primo e piuttosto debole rapporto con l'arte è dovuto al fatto che durante il suo turno di lavoro, il padre consegna la posta di Edward Burne Jones, l'ultimo artista vittoriano famoso. Jack viene educato presso la Childerley Street Central School di Londra, che lascia all'età di quindici anni per entrare a lavorare come impiegato presso la British General Insurance Company. Durante la sua tarda adolescenza e verso i vent'anni, egli sviluppa un certo gusto per l'arte e si iscrive ai corsi serali presso la Central School of Art in Holborn, dove, grazie al suo docente ed artista Noel Rooke, impara la difficile disciplina dell'incisione lignea. Ad un certo punto Jack pensa di fare dell'arte la sua carriera, ma decide di pensare ad un futuro molto più sicuro per lui e per la sua famiglia. Nel 1938 infatti, pur continuando a coltivare la passione per la xilografia, sposa Mary Louise Palmer e decide di continuare a lavorare presso la compagnia di assicurazioni, sino all'età di cinquantacinque anni, quando si ritirerà a vita privata.

Durante questo periodo, l'interesse di Jack per l'arte e per i libri si sviluppa notevolmente attraverso una assidua frequentazione di numerose librerie e biblioteche ed è durante una di queste incursioni che nel 1947 trova una raccolta i stampe giapponesi. Per lui, esse costituiscono l'introduzione ad una meravigliosa forma d'arte, il cui studio occuperà gran parte della sua vita.

Il suo primo libro, "Japanese masters of the color print", con i suoi testi coincisi e le numerosissime e bellissime illustrazioni, resta a tutt'oggi una delle più pregevoli introduzioni allo studio dell'arte giapponese, scritta in lingua inglese. A questo primo lavoro seguono volumi su Hokusai e Utamaro, pubblicati da Phaidom, ed è proprio grazie al successo di queste tre opere, che Jack riceve l'onore di diventare consulente ufficiale esperto in stampe, libri e pitture giapponesi, della prestigiosa casa d'aste Sotheby&rsquos di Londra, su preciso invito dei suoi banditori.

Ben presto egli si rende conto che lo studio dell&rsquoarte giapponese gli diventa sempre più difficile in quanto non è sufficientemente supportato dalla conoscenza della lingua originale. Essa infatti si rivelerà fondamentale per l&rsquoapprofondimento di alcune tematiche specifiche come ad esempio la comprensione e l&rsquointerpretazione dei mitate, nei surimono di Hokusai, studio che lo impegnerà senza risparmio per oltre quarant&rsquoanni. Così, rinforzato da una maggiore conoscenza della cultura nipponica, attraverso lo studio del linguaggio originale, Hillier diventa uno scrittore assai prolifico e i suoi lavori vengono sempre più apprezzati dai nuovi collezionisti, ma anche dai più esperti cultori dell&rsquoarte. Egli pubblica infatti in tutto il mondo, moltissimi libri, cataloghi e articoli, in cui si affrontano tutti gli aspetti della stampa xilografica. Come accennato, ha trascorso gran parte della sua vita ad approfondire lo studio dell'arte dei libri illustrati collezionandone una vastissima raccolta.

Questa collezione è oggi ospitata presso il British Museum di Londra, sotto l&rsquoattenta cura del direttore dell&rsquoOriental Department, Mr. Laurence Smith. Con quest&rsquoultimo Hillier, nel 1980, realizza il catalogo di una mostra presso il museo stesso.

La grandezza, l'autorevolezza e la competenza di Jack Hillier sono riconosciute in tutto il mondo e testimoniate dal fatto che molti esperti si sono avvalsi del suo aiuto per formare le proprie raccolte di stampe e libri. Un esempio per tutti, il miliardario Chester Beatty, che grazie alla preziosa consulenza dello studioso, ha potuto realizzare una bellissima e vasta raccolta, conservata a Dublino presso l'omonima "library".

In pochi anni Hillier diventa il punto di riferimento per i collezionisti di tutto il mondo, così come all'inizio del XX secolo lo sono stati Henry Joly prima e Will H. Edmunds poi.

Negli ultimi anni (Hillier è morto nel 1995), egli ha prodotto i cataloghi definitivi per le collezioni di grandi estimatori di arte giapponese quali Henry Vever, Richard Gale (quest'ultima è stata commissionata dal Minneapolis Institute of Arts) e Ralph Harari, nonché tantissimi cataloghi per musei ed esposizioni in tutto il mondo.

Jack Hillier è diventato il più grande conoscitore occidentale della materia ma è rimasto anche un ottimo acquerellista (la sua prima raccolta di illustrazioni dal titolo "Old Surrey Watermills" risale al 1951) e un incisore di grande talento. Dal punto di vista umano, nella sua vita privata è stato un uomo spiritoso, un raccontatore, un cantore dei lied tedeschi, come testimonia la lettera del 19 Aprile 1988 scritta a Ligustro, una delle tante facenti parte, come si diceva, di una fitta corrispondenza con l'artista:

Fig. 6.48
I corvi nella neve 

SeiteiIl tanzaku dei corvi neri nella neve, è la tua trasposizione della stampa di Seitei, come una trasposizione di Liszt dun lied di Shubert (fig. 6.48 ). 


    

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